Statuti degli enti sportivi: tre aspetti da valutare per non essere cancellati dal RAS
- colombofabio9

- 2 lug
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 9 lug
Scrivere lo statuto di un ente sportivo dilettantistico è un passaggio cruciale e tutt’altro che semplice. Occorre tenere conto di norme diverse che si intrecciano. Ecco i tre ambiti da considerare con attenzione:
1. Requisiti sportivi (D.Lgs. 36/2021)
Lo statuto deve contenere tutte le clausole richieste per qualificarsi come ASD o SSD, come:
oggetto sociale sportivo (in via stabile e principale),
struttura democratica e cariche elettive,
obbligo di rendicontazione,
assenza di scopo di lucro,
indicazione corretta delle discipline riconosciute,
eventuali attività “diverse” indicate in modo separato e secondario.
Queste indicazioni sono necessarie per ottenere l'iscrizione al RASD e l’affiliazione a enti sportivi.
2. Clausole fiscali (TUIR e Decreto IVA)
Per beneficiare delle agevolazioni fiscali, lo statuto deve includere specifiche clausole previste dalla normativa tributaria:
divieto di distribuzione di utili (anche indiretta),
disciplina uniforme dei rapporti associativi,
intrasmissibilità delle quote,
obbligo di rendiconto approvato ogni anno,
libera eleggibilità degli organi,
rispetto del principio del voto singolo.
Senza queste, l’associazione rischia di essere considerata ente commerciale ai fini fiscali.
3. Prescrizioni degli organismi sportivi (CONI, CIP, RASD)
Dal 2025, lo statuto dovrà anche:
rispettare i principi di pari opportunità, lealtà sportiva e funzione sociale;
prevedere il diritto di voto per il genitore del socio minorenne;
allinearsi agli statuti del CONI e del CIP;
evitare l’uso di termini non riconosciuti per le discipline.
Il mancato rispetto può comportare il diniego dell’iscrizione al Registro o il rigetto della domanda.






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