A seguito di una verifica a carico di una società che aveva tra l’altro sponsorizzato un’Associazione Sportiva Dilettantistica, i giudici hanno contestato alla società “sponsor” alcuni elementi di criticità:
1 - un contratto di sponsorizzazione troppo generico (nella redazione del contratto è necessario specificare le clausole contrattuali in relazione agli scopi che si intendono raggiungere, in altre scrivere cosa si sponsorizza o pubblicizza, la periodicità – l’annualità o l’evento - e l’attività della ASD per il raggiungimento di tale finalità)
2 - gravi omissioni commesse dall’associazione sportiva circa la violazione degli obblighi dichiarativi e l'emissione di fatture false per operazioni inesistenti (è necessario far seguire al contratto la fattura ed inserirla nel proprio rendiconto economico finanziario dell’anno di emissione anche se non pagata dallo “sponsor” secondo il principio di cassa allargato – in tal caso è necessario versare l’iva e il pagamento delle tasse con il modello annuale IRES)
Ai fini delle prove il giudice ha considerato insufficienti e privi di valenza presuntiva
1 - le contabili bancarie che attestavano la tracciabilità del versamento dell'operazione
2 - le riproduzioni fotografiche dell'evento sponsorizzato (non si riusciva infatti ad individuarne il contenuto, il contesto e la collocazione temporale). In tal caso la ASD deve sempre fornire allo sponsor una documentazione consistente nella copia del volantino (dell’evento o dell’attività svolta dalla ASD con la presenza dello sponsor se previsto), nelle fotografie scattate evidenziando la data, l’occasione e la tipologia
di comunicazione fatta dalla ASD)